martedì, Aprile 29, 2025
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LA CITTA’ DI LATINA PUO’ RICONOSCERSI COME CAPITALE DELLA CULTURA ITALIANA?

La nostra città è stata realizzata durante il fascismo e modellata su una architettura propria di quei tempi e fondata sulla grandiosità che intendeva quel periodo. Il Palazzo M ne è un esempio. Ma al di la di questo fattore estetico Latina è una città moderna che può vantare solo i ricordi di una impresa storica quale la bonifica delle sue paludi e della realizzazione di infrastrutture capaci di dare a questa città la possibilità di crescere sul piano edilizio, economico e sociale. Tenuto conto che su questa terra sono giunti da tutta Italia, dal Nord al Sud, persone che hanno contribuito a valorizzare l’agricoltura, le professioni sia di natura istituzionale che privata, il settore economico con iniziative commerciali ed imprenditoriali, si è determinato il delicato problema della integrazione sociale e culturale.

Ogni regione portava a Latina il proprio essere dialettale, sociale e culturale: si sono costruite associazioni per mantenere vive le proprie tradizioni. E così per questa città diventava un problema costruire una identità culturale che permettesse di avere una visione di insieme per il suo futuro. Le nuove generazioni dal 1935 al 1950 hanno compreso questa difficoltà e hanno cominciato a realizzare iniziative per favorire l’obbiettivo di una identità culturale per questa città. Oggi si parla della possibilità che Latina possa divenire capitale della Cultura italiana nel 2026. Sarebbe magnifico.

Ma esistono i presupposti perché ciò possa essere riconosciuto? Non siamo un capoluogo d’arte storica ma solo espressione di un mondo che rinneghiamo legittimamente. Abbiamo pochi esempi di arte e quei pochi con riferimento alle condizioni storiche che hanno determinato la realizzazione di città nell’agro pontino. Poi sono da segnalare iniziative culturali di associazioni che sentivano il bisogno di operare sul tessuto sociale per coinvolgere i cittadini a prendere atto di quanto fosse importante ritenere la cultura un valore essenziale per costruire un futuro identitario della città. Le istituzioni amministrative del capoluogo e della Provincia non creavano ostacoli alla promozione di eventi, vi partecipavano, ma non facevano nulla perché questi eventi entrassero nel patrimonio istituzionale supportandoli in concreto.

Le associazioni dovevano e devono operare da soli sperando nell’aiuto di qualche benemerito. Solo all’epoca in cui era sindaco Vincenzo Zaccheo è stato possibile conseguire risultati di sostegno istituzionale. Ora il sindaco Celentano ha proposto Latina come capitale della Cultura per il 2026. Sarebbe interessante sapere con quale strategia si intende supportare questa ottima proposta. Riuscire a conseguire l’obbiettivo costituirebbe un salto di qualità per la nostra città. Abbiamo intenzione su questa tema di intervistare il Sindaco per ascoltare dalla sua viva voce come intende muoversi per realizzare questo sogno. Voi, cari cittadini, cosa ne pensate?