martedì, Aprile 29, 2025
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CAPITALE DELLA CULTURA ITALIANA : LA CITTA’ DI LATINA TRA LE FINALISTE

Il 29 marzo la Commissione designata farà la sua valutazione definitiva per individuare la città che dovrà essere capitale della cultura italiana per il 2026. Il titolo verrà conferito dal Consiglio dei Ministri su proposta del Ministro della Cultura. La città di Latina è tra le dieci città finaliste ed ambisce ad avere questa opportunità di essere considerata idonea per questo titolo in quanto significherebbe per il nostro capoluogo avere la possibilità di rafforzare la capacità manageriale dei professionisti della cultura e promuovere lo sviluppo socio-economico a matrice culturale. Il 4 marzo scorso si sono svolte le audizioni delle dieci città finaliste nel corso delle quali sono stati illustrati i progetti. Il sindaco di Latina, dottoressa Matilde Celentano, unitamente all’assessore all’urbanistica Annalisa Muzio, alla direttrice del Museo Cambellotti Antonia Rillo e alla direttrice del progetto di candidatura, ha illustrato il suo elaborato che è stato denominato “Latina bonum facere” e fondato in modo prioritario sulla ruralità.

In effetti si è inteso rappresentare un obiettivo da far risalire alle origini della città, alla vittoria sulle paludi, alla realizzazione di città che tutte hanno avuto una evoluzione demografica, sociale ed economica: Quindi risalire ai butteri, ai pastori della transumanza per arrivare ai giorni nostri è il contenuto di un progetto realizzato sul territorio nel senso di sviluppare, come è stato detto “un patto tra la città e la campagna e recuperare una dimensione ideale in cui la campagna si innesta nell’architettura del novecento”. Lo stesso architetto Rillo ha tenuto a precisare di aver costruito con il progetto “una città-territorio coinvolgendo i colli, le montagne e i borghi circostanti” per poi procedere ad una “offerta turistica che comprenda anche la campagna, non solo il mare”. Quindi alla Commissione è stato evidenziato l’attivazione di un laboratorio urbano permanente per valorizzare l’architettura razionalista con l’attuazione di un festival dell’architettura italiana del novecento nonché di presentare una candidatura  Unesco come città di fondazione, come ha sostenuto l’assessore Muzio. Quindi il Museo Duilio Cambellotti dovrà diventare la sede principale dei progetti pensati per il 2026. La Regione Lazio si è espressa favorevolmente ritenendo fatto importante valorizzare il ruolo cruciale della cultura come ponte tra passato e futuro. Gli eventi previsti per il 2026 sono il festival della cultura della terra, le visite guidate al Dmi-Dizionario della musica in Italia, il festival pontino del Campus internazionale di musica, gli spettacoli teatrali della compagnia Luna nova, l’Orto sociale, le visite guidate alle idrovore di Mazzoccchio, il reading  musical-teatrale Olim Palus, convegni  come la Città del futuro, corsi di formazione ai mestieri professionali ed artistici dell’audiovisivo, rassegne cinematografiche, mostre al Museo Cambellotti, il Palio dei Borghi, visite a Satricum e a Ninfa, un premio letterario intitolato ad Antonio Pennacchi. La redazione DIBATTIAMO INSIEME ha inteso evidenziare il contenuto del progetto per aspirare al titolo di Capitale della Cultura Italiana. Sarà sufficiente per essere riconosciuto idoneo dalla Commissione? Certamente la nostra città non ha altro da offrire perché è la più giovane di Italia e quindi può esprimersi per la sua storia e per le sue peculiarità. Un tentativo quello posto dal Comune di Latina in essere che non può, comunque, essere visto, come qualcuno ha fatto, come UMILIAZIONE. Il progetto Latina non poteva riguardare le bellezze naturali e storiche della provincia pontina e se Latina è povera di arte, di cultura, di mancanza di valorizzazione delle risorse naturali, di una architettura moderna gradevole, la responsabilità ricade su chi ha amministrato la città in questi ultimi quindici anni. Ma non desideriamo fare polemica. Vogliamo solo dire che tentare di inserirci in un contesto nazionale, anche se i presupposti non sono fantastici, non può essere negativo, a meno che non siano prevalenti ragioni ideologiche ed allora in questo caso ininfluenti i motivi del dissenso.